
Sostenibilità d’impresa secondo ESG
Cos’è e come si può raggiungere?
L’adozione dei criteri ESG per le imprese che vogliono operare in modo responsabile, competitivo e sostenibile, vengono valutati positivamente quando devono essere prese delle scelte strategiche con investimenti a lungo termine.
ESG: cosa significa davvero e perché è importante per le imprese
Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di ESG, ma non è raro che il termine venga usato un pò a caso o in modo confuso. Facciamo chiarezza: ESG sta per Environmental, Social and Governance, cioè Ambiente, Sociale e Governance. Tre parole chiave che indicano come un’azienda gestisce il suo impatto sull’ambiente, sulle persone e sulla propria organizzazione interna.
Non è solo una questione etica. Oggi, integrare criteri ESG è diventato un elemento strategico per chi vuole restare competitivo, attrarre investitori e rispondere a obblighi di legge sempre più stringenti.
(vedi Direttiva UE CSRD 2022/2464)
Le tre anime dell’ESG
Vediamo più nel dettaglio cosa si intende per ogni componente dell’ESG:
- Environmental (Ambiente): riguarda tutto ciò che ha a che fare con l’impatto ambientale dell’azienda. Per esempio: emissioni di CO2, gestione dei rifiuti, consumo energetico, uso delle risorse naturali, politiche di sostenibilità.
- Social (Sociale): qui si parla di come l’impresa si relaziona con dipendenti, clienti, fornitori e comunità. Include temi come la diversità e inclusione, la tutela dei diritti umani, la sicurezza sul lavoro, la protezione dei dati dei clienti.
- Governance (Governance): riguarda il modo in cui l’azienda è amministrata. Ad esempio: trasparenza nella gestione, struttura del consiglio di amministrazione, politiche anti-corruzione, gestione dei rischi.
In pratica, ESG significa “fare impresa in modo responsabile” su tutti i fronti, non solo economico.
Perché è importante per la governance aziendale
Oggi non basta più guardare ai risultati economici trimestrali. Investitori, clienti e perfino i dipendenti vogliono sapere come l’azienda raggiunge i suoi obiettivi. Un’azienda che integra l’ESG nella propria governance dimostra di saper gestire rischi e opportunità in modo maturo, lungimirante e sostenibile.
Governare bene significa:
- Avere processi decisionali trasparenti;
- Ridurre i rischi reputazionali;
- Anticipare normative future;
- Costruire fiducia all’interno e all’esterno.
Un board che si occupa seriamente di ESG è un board che pensa al futuro, non solo al presente.
Gli obblighi di legge: chi è coinvolto
Dal punto di vista normativo, in Europa e in Italia l’ESG non è più solo “una bella idea”: è sempre più spesso un obbligo.
Direttiva CSRD: Dal 2024 entrerà pienamente in vigore la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che sostituisce e amplia la precedente Non Financial Reporting Directive (NFRD).
Chi deve adeguarsi?
- Tutte le società quotate (escluse le microimprese);
- Le grandi imprese che superano almeno due di questi tre criteri: più di 250 dipendenti, più di 40 milioni di euro di fatturato, più di 20 milioni di attivo totale;
- Le imprese non UE con un fatturato superiore a 150 milioni di euro in Europa.
Nel tuo caso, se hai un’azienda con oltre 500 milioni di euro di fatturato, devi prepararti a fornire report ESG secondo standard molto precisi e dettagliati.
Questi report non sono più volontari: sono obbligatori e soggetti a verifica esterna (audit).
I vantaggi competitivi dell’ESG
ESG è obbligatoria per talune imprese, ma è anche un’opportunità. Un’impresa che abbraccia l’ESG può ottenere vantaggi molto concreti:
- Accesso facilitato ai capitali: molti investitori istituzionali preferiscono aziende con rating ESG alto.
- Miglioramento della reputazione: clienti e talenti preferiscono aziende responsabili.
- Efficienza operativa: politiche ambientali e sociali ben gestite riducono costi e rischi.
- Innovazione: pensare ESG spinge a rivedere prodotti, servizi e processi in chiave più moderna.
- Fedeltà dei clienti: sempre più consumatori scelgono marchi che rispettano valori etici.
In altre parole, l’ESG è diventata un fattore chiave di differenziazione sul mercato.
Come intraprendere un percorso ESG in azienda
Implementare seriamente l’ESG richiede metodo e visione. Non basta scrivere una policy sul sito. Ecco un possibile percorso di consulenza e formazione, pensato per una PMI:
Piano di Consulenza e Formazione ESG per PMI
- Diagnosi iniziale personalizzata
- Analisi delle attività e dei principali impatti ambientali e sociali.
- Valutazione della maturità ESG con un questionario di autovalutazione.
- Audit interno su rischi ESG.
- Definizione della strategia su misura
- Individuazione delle priorità ESG più rilevanti (materiality assessment semplificato).
- Definizione di 3-5 obiettivi strategici ESG a breve e medio termine.
- Formazione operativa
- Corsi base per il management su normativa e best practice ESG.
- Workshop pratici su temi specifici (es. carbon footprint, diversity & inclusion).
- Sensibilizzazione di tutto il personale con moduli e-learning.
- Avvio delle prime azioni ESG
- Redazione di un Codice Etico aggiornato.
- Creazione di policy ambientali e sociali essenziali.
- Progetti pilota (es. riduzione rifiuti, iniziative CSR locali).
- Reporting ESG semplificato
- Redazione di un mini-report ESG annuale.
- Comunicazione trasparente dei progressi sul sito aziendale e ai clienti.
- Revisione e miglioramento
- Monitoraggio trimestrale degli obiettivi ESG.
- Revisione annuale del piano con adeguamento delle strategie.
Conclusioni
Integrare l’ESG è una sfida seria, ma anche un’opportunità enorme. Non si tratta solo di rispettare la legge: è un modo per costruire un’azienda più solida, innovativa e desiderabile nel lungo periodo.
Chi parte oggi, con un progetto serio e ben strutturato, avrà un vantaggio enorme domani. Perché in un mondo che cambia così in fretta, essere responsabili non è più solo una scelta: è la strategia migliore per vincere.